Music Voice recensisce il Cd di Alchimia Duo ‘Queens’ Harp’

Dalla Rivista Music Voice.

di Andrea Bedetti

L’arpa “aristocratica” nella Francia prerivoluzionaria.

La musica ha rappresentato, fin dalle origini, un supporto fondamentale per mostrare un preciso status sociale e anche gli stessi strumenti musicali nel corso dei secoli hanno rivestito questo ruolo di status symbol, prima che la società occidentale, sempre più legata al feticcio del consumismo, li sostituisse con altri totem. E questo disco, eseguito dall’Alchimia Duo, formato dalle arpiste Alice Caradente e Alessandra Ziveri, presenta alcuni brani scritti da tre compositori francesi, Jean-Baptiste Cardon, François Joseph Nadermann e Philippe Joseph Hinner, i quali vissero tra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni di quello successivo, ossia, tanto per inquadrarli storicamente, tra il tramonto dell’ancien régime, la Rivoluzione, l’epopea napoleonica e, per ciò che riguarda Nadermann, anche la Restaurazione. Ma ciò che maggiormente interessa è che costoro furono tre autori à la page, capaci di dare vita a hits musicali dedicate espressamente all’arpa e, nel caso specifico dei brani qui presentati, a un duo di arpe. Arpa che, come spiega giustamente Alice Talignani nelle note che accompagnano il disco, incarnò negli ultimissimi decenni dorati della reggia di Versailles e dei palazzi nobili parigini lo spirito aristocratico per eccellenza, visto che le dame dell’alta società del tempo impararono, per essere adeguatamente alla moda, a suonare questo strumento, abbinando il loro fascino e la loro bellezza profumata e incipriata a dovere con quello del timbro dello strumento a corde. Anzi, l’arpa, in tal senso, in seno all’aristocrazia parigina, divenne appunto una sorta di totem, un simbolo paradigmatico d’espressione di potere, di prestigio e di affermazione, al punto che nel 1770 la futura regina Antonietta volle imparare a suonare questo strumento ben sapendo che in questo modo lei, austriaca di nascita (e quindi vista come il fumo negli occhi dai “nemici” francesi), sarebbe stata accettata più facilmente a Parigi e a corte, andando in sposa al futuro Luigi XVI.

Che l’arpa fosse poi uno strumento sociale per eccellenza nella Parigi e nella Versailles dell’epoca ciò viene confermato dal fatto che i modelli che uscivano dai liutai, a cominciare da Jean Henry Nadermann (padre dello stesso François Joseph Nadermann), erano riccamente decorati tanto da trasformarli in preziosi oggetti d’arredo una volta che non venivano suonati. Ora, tenuto conto che a imbracciarli erano quasi sempre dame e damigelle dell’aristocrazia che, pur sapendoli tecnicamente padroneggiare, non potevano di certo vantare doti altamente virtuosistiche, le musiche dedicate a questo strumento avevano principalmente il compito di allietare esecutrici e ascoltatori (ecco uno dei molti casi in cui la musica, nel corso dei secoli, ha assunto il ruolo di “passa-tempo”). Da qui brani non certo impegnativi, ma piacevoli e orecchiabili (si ascoltino le tre ariette d’opéra comique di Cardon), anche se i pezzi qui presentati di Hinner (i tre Duo) rappresentano un banco di prova in fatto di precisione, sapienza ritmica e senso delle proporzioni tra i due strumenti.

Quando si affronta l’ascolto, e ciò può capitare frequentemente nella musica barocca d’intrattenimento, di opere di tal genere, la stucchevolezza è sempre in agguato, ma in questo caso a tenerla a debita distanza ci hanno pensato Alice Caradente e Alessandra Ziveri, capaci con la loro piacevolissima e brillantissima interpretazione a trasformare questi brani in cammei da teatro strumentale, facendo sì che le loro arpe esprimessero caratteri, sfumature, sottigliezze, velati umorismi e palpiti d’amore con un pizzico di civettuola amabilità, a dir poco necessaria visto il contesto sociale e storico di queste composizioni.

La presa del suono è altrettanto all’altezza, e permette di godere di un ascolto per nulla affaticante grazie a una dinamica precisa, veloce e assai naturale (gli armonici sono corretti nel loro punto di decadimento), con le due arpe scolpite al centro del palcoscenico sonoro, capaci di sfoggiare un dettaglio con dosi abbondanti di nero intorno agli strumenti.

Andrea Bedetti

Giudizio artistico: 4/5

Giudizio tecnico: 5/5

AA.VV. “The Queen’s Harp – Pre-Revolutionary Music for Two Harps”

Alchimia Duo (Alice Caradente & Alessandra Ziveri)

CD Da Vinci Classics C00013